Codice Aztec

Al giorno d'oggi, Codice Aztec è un argomento presente nella vita di molte persone. Con il passare del tempo, Codice Aztec è diventato più rilevante e ha suscitato l'interesse di esperti e hobbisti. La sua influenza copre vari ambiti, dalla moda alla tecnologia, e il suo impatto può essere osservato in ambiti diversi come la politica, la cultura e la società in generale. In questo articolo esploreremo diversi aspetti relativi a Codice Aztec e proveremo a comprendere il suo ruolo nel mondo di oggi. Dalla sua origine alla sua evoluzione e alla sua proiezione nel futuro, approfondiremo questo affascinante argomento con l'obiettivo di far luce sulle sue implicazioni e sulla sua importanza oggi.
Esempio di codice Aztec

Un Codice Aztec è un codice a barre 2D inventato da Andrew Longacre, Jr. e Robert Hussey nel 1995. Il codice fu pubblicato da AIM Inc. nel 1997. Sebbene il codice sia brevettato, è disponibile nel pubblico dominio e pubblicato come standard ISO/IEC 24778:2008. Fu chiamato "Aztec", azteco per la somiglianza dello schema centrale del codice ad una piramide azteca. Il codice azteco ha il potenziale per usare meno spazio rispetto agli altri codici a barre 2D, e non richiede una "zona tranquilla" di spazi vuoti.

Struttura

Il simbolo è costruito su una griglia quadrata con uno schema ad occhio di toro, con il codice collocato al suo centro. I dati sono codificati in una serie di quadrati concentrici attorno allo schema ad occhio di toro. L'occhio di toro centrale è di 9×9 o 13×13 pixel, e una riga di pixel intorno che codifica i parametri di base, producendo un nucleo di quadrati 11×11 o 15×15. I dati sono aggiunti a strati, ogni strato contiene due anelli di pixel, dando una grandezza totale di 15×15, 19×19, 23×23, etc.

Insieme dei caratteri

Usi

Nel settore trasporti il codice a barre Aztec è usato da Eurostar, Deutsche Bahn, Ferrovie Ceche, Ferrovie Slovacche, Trenitalia, Nederlandse Spoorwegen, PKP Intercity, VR Group, Virgin Trains, Via Rail, Ferrovie federali svizzere, SNCB e SNCF.

Note

  1. ^ Russ Adams, 2-Dimensional Bar Code Page, su adams1.com. URL consultato il 9 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).

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