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Prende il nome dal ponte romano del V secolo, chiamato pons mammeus, forse da marmoreus. Altra ipotesi è che mammeus fu attribuito da Giulia Mamea, la madre di Alessandro Severo, che impose il restauro del ponte.
Una leggenda popolare vuole che Annibale si fosse fermato in questa zona.
Nel 1849 il ponte che dà il nome al quartiere fu distrutto dai francesi. Poi, causa l'elevato costo del restauro, venne deciso di farne costruire un altro dall'allora papa e congregazione provinciale. Negli anni novanta fu costruito un altro ponte ancora essendo il ponte precedente inagibile.
È costituito da due nuclei architettonici con caratteristiche differenti, i cui progetti furono coordinati da Luigi Vagnetti per il nucleo nord, e da Giuseppe Vaccaro per il nucleo sud.
Villa Romana di Ripa Mammea. La zona era dotata di porto fluviale. La fase costruttiva risale al II secolo a.C. con modifiche nel secolo seguente. Nel complesso sono varie zone residenziali e vari locali produttivi con una cisterna, dei doli e vani sotterranei. La zona era abitata almeno fino al III secolo.
Sepolcri e magazzini di via Tiburtina. Il sepolcro è posto presso un ristorante, mentre i sepolcri di età imperiale al lato settentrionale e dei magazzini di età tardo repubblicana al lato meridionale della via.
Casale di Rebibbia o de la Vanna, su via di Ponte Mammolo.
Strutture antiche via Tiburtina, su via Stanislao Cannizzaro.
Deposito pleistocenico di Casal de' Pazzi, su via Ciciliano all'incrocio con via Egidio Galbani.
In un sito della zona presso l'Aniene sono stati ritrovati ossa di animali preistorici e resti di industria litica.
Resti del ponte della Cecchina. Trattasi di blocchi di pietra del ponte di via Nomentana sul fosso della Cecchina. Il ponte fu distrutto nel 1963 per realizzare la fogna collettore sotto l'odierna via Arturo Graf. I blocchi sono siti all'incrocio di viale Kant con via Nomentana sul lato di Parco Marchi.
Villa romana di via Michelangelo Tilli. Villa romana in opera quadrata in tufo con una cisterna di età tardo repubblicana.
Villa romana della metà del I secolo a.C.. La villa, venuta alla luce nel 1982, è sita presso il Casale Nuovo di Aguzzano.
Ruderi archeologici presso il Casale Vecchio di Aguzzano. L'impianto è in calcestruzzo e selce con impronte di blocchi in opera quadrata.
La villa si trova in cima ad una collina. Consta di vari ambienti tra cui: terme, locali residenziali, rustici e di servizio. Dei lavori di ristrutturazione proseguono fino al V secolo d.C.
Cave di tufo. Sulla riva destra dell'Aniene vi era una cava di tufo usata dall'età adrianea all'età augustea. L'Aniene veniva usato come via di trasporto; cercando di allargarlo e lo sfruttamento eccessivo, le cave furono allagate.
Fu inaugurata il 21 settembre 1950 alla presenza di Sir Alexander Fleming, scopritore della penicillina, e del conte Giovanni Armenise, presidente della LEO - Industrie chimiche farmaceutiche SpA. La LEO cedette l'impianto alla ISF SpA nel 1971. Questa cessò l'attività negli anni novanta, lasciando l'edificio nel totale abbandono.
^Separata da via Nomentana, da via Giovanni Zanardini a via del Casale di San Basilio.
^Separato dall'intera via del Casale di San Basilio, da via Nomentana a via Tiburtina.
^Separata dalla via Tiburtina, nel tratto da via del Casale di San Basilio a viale Palmiro Togliatti.
^Separato, a cominciare da via Tiburtina, dall'intera via Casal de' Pazzi, tratto di viale Egidio Galbani, tratto di viale Kant e dalla intera via Giovanni Zanardini, fino a via Nomentana.